Tutto quello (di importante) che c’è da sapere sulla discesa degli dei di Google nella Valle dei Templi di Agrigento

Vi raccontiamo cosa c’è dietro l’evento che ha portato la Sicilia sulle pagine di tutti i giornali del mondo. E sì, anche un po’ di gossip

Che i grandi sappiano scegliersi i luoghi più belli del Pianeta non vi è dubbio. Che i più grandi del web abbiano scelto la Valle dei Templi di Agrigento per il loro meeting annuale è un dato di fatto. Lunedì 27  luglio il favoloso Tempio della Concordia, la Via Sacra e tutta l’area archeologica saranno lo scenario dove 300 dirigenti e ospiti di Google ceneranno, converseranno e ascolteranno musica sotto le stelle. Un luogo eccezionale, che per la prima volta diventa teatro di un evento privato.

Il Tempio della Concordia con la scultura Angelo Caduto di Igor Mitoraj.

E a che prezzo: 100 mila euro è la cifra pagata al Parco archeologico e paesaggistico siciliano per avere la disponibilità dell’area dalle 19 circa di domani fino all’alba successiva. Una tariffa non da poco: vi ricordate i 7 mila euro pagati l’anno scorso al Campidoglio dai Rolling Stones per il Circo Massimo? Ma il colosso del web ha accettato senza fiatare. Così come ha accettato senza discutere le condizioni stringenti poste dalla direzione: accesso solo dopo che saranno chiusi i cancelli per i visitatori e “impatto impercettibile” con il luogo, che significa tavoli, catering e palchi solo in luoghi prestabiliti. Tutto poi dovrà essere smontato immediatamente senza lasciare tracce, come garantito da una firma in calce al contratto. In verità, ci risulta che gli emissari spediti da Mountain View abbiano cercato di trattare condizioni per loro più vantaggiose (come pure certe clausole legate ad eventuali contrattempi atmosferici e altre catastrofi: si sa, gli americani amano porre regole su tutto) ma la direzione del Parco è stata perentoria: o prendere o lasciare. E Google ha preso.

Ciò che va raccontato è però il dietro le quinte. La scelta di Google non è infatti dovuta al caso per chi conosce il Parco archeologico siciliano, ma è frutto di un lavoro che dura da almeno tre anni. I signori di Mountain View sono venuti a visitare la Valle dei Templi l’anno scorso (quando fecero un evento a Selinunte ma di tutt’altro tenore) e hanno detto ok. Per una serie di motivi, non ultimo che questo prezioso sito archeologico del Sud è un modello di gestione culturale dinamica e fruttuosissima. Lontani sono i tempi degli abusi ediliizi e dell’immobilismo che lo caratterizzavano. Ora fa notizia ed è di esempio per ben altro. Vediamo cosa.

Quando è arrivato ad Agrigento alla fine del 2011, l’architetto Giuseppe Parello, nominato dalla Regione Sicilia, si è accorto che il Parco poteva dare di più, ha portato da 2,5 a 4 milioni di euro il ricavo della vendita di biglietti, aperto numerose campagne di scavi con partner internazionali che da tempo bussavano a queste porte ma non ricevevano ascolto, ha puntato anche sulla parte paesaggistica dell’area, un tesoro finora trascurato: ecco dunque i percorsi naturalistici, il Museo vivente del mandorlo con ben 300 specie (approdate a Expo 2015), da ammirare in stagione nelle loro magnifiche fioriture in tutte le variazioni di bianco e di rosa; poi le produzioni di vino, olio e miele Doc dalle stesse terre che erano coltivate dai Greci. Risultato: il sito è in attivo, e anzi, nella prossima finanziaria regionale, è stato previsto un prelievo “forzoso” del 10 % degli incassi. “Questo ci lusinga” sorride Parello. Come, non si lamenta? “No, perché vuol dire che siamo redditizi”.

L’abilità del Parco di “fare cassa” e di rinvestire bene ha trasformato il luogo, e se ne accorge chiunque lo visiti: nuove biglietterie (prima sembravano un suk), una caffetteria degna dei migliori musei internazionali, l’elegante (e quasi invisibile)passerella pedonale che finalmente scavalca la caotica strada statale che tagliava in due il sito (“Abbiamo avuto finanziamenti europei e sponsorizzazioni sia pubbliche sia private” dice con modestia il direttore).

Ed è di qualche giorno fa l’inaugurazione della nuova illuminazione notturna a Led. A parte il risparmio energetico (e di CO2) del 66%, si è trattato di un progetto pilota della società Metaenergia per “l’efficientamento energetico dei beni culturali” da parte della Regione, dunque senza oneri per il Parco. Con ottimi risultati, peraltro: “Abbiamo tolto l’effetto abbagliamento e il colore giallo delle precedenti luci al sodio” spiega Parello. “Ora finalmente si vede la pietra naturale, si percepiscono i dettagli e si può apprezzare la volumetria”.

Il tempio della Concordia con la nuova illuminazione. Qui si svolgerà il banchetto Google.

Insomma, gli dei dell’olimpo web hanno scelto un tempio degno del loro prestigio. Un tesoro italiano che è un modello di gestione, ora al suo massimo splendore. Gli è costato caro (una goccia nel mare, però, come scrive la stampa mondiale, rispetto agli oltre 150 miliardi di euro del valore del marchio) ma non hanno battuto ciglio.

“Abbiamo studiato un tariffario congruo, basandoci su luoghi analoghi” racconta il direttore. “Contiamo che questo sia il primo di una serie di eventi privati, che però dovranno sempre rispettare le medesime condizioni”. Una sfilata di moda, per esempio, è una delle voci previste al costo di 50 mila euro.

Dal Giappone all’Australia, l’evento ha avuto un effetto mediatico esplosivo. E, come spesso capita, i giornali si sono scatenati a scoprire, più che i dettagli importanti, la lista degli invitati e altre amenità. I nomi, come quello di Giorgio Armani, fanno parte della cerchia dei soliti noti. Francamente, a noi interessa altro. Per esempio sapere che i signori del web sono gente di buoni gusti musicali: domani suoneranno per loro il sassofonista Gianni Gebbia e l’arpista Rosellina Guzzo. Due nomi siciliani. Gebbia conosce questi luoghi, perché è un habitué delle rassegne jazz che si tengono nel Parco. Quanto al menù, nei piatti sarebbe bello ci fossero le mandorle, le olive, il vino con l’etichetta del Parco (Diodoros) e magari pure lo squisito miele delle api nere sicule, tutti tesori a km zero. Queste sono le belle notizie. E, a proposito di gossip, sappiate che alla festa, pur blindatissima, non mancherà un’infiltrata di lusso: la capra girgentana, un altro bene protetto del Parco, le sue corna a torciglione quasi un reperto archeologico per la rarità. La Valle è casa sua da secoli, guai a toccargliela. Ama brucare (ma con discrezione, è nel suo stile) proprio sotto al Tempio della Concordia, vicino a dove ci sarà il banchetto. Originale com’è,  chissà che Sergey Brin e Larry Page non le dedichino il prossimo doodle.

Fonte: http://www.wired.it/

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